Odio la HBO. C’è sempre stata, e l’ho sempre odiata. Posso solo immaginare cosa sia stata un’esistenza in un’epoca storica in cui l’HBO non sia mai esistita, in cui le persone sono libere da questo fardello. Sto pensando da settimane a una roba che odio più della HBO, ma non sono riuscito a trovare nulla che possa davvero insidiarne il primato sui miei nervi. Sì, perché a parte Curb Your Enthusiasm, I Soprano e la prima stagione di True Detective, la HBO è il vuoto assoluto.

Avete letto bene, l’ho scritto davvero.

Il vuoto assoluto.

Vi state scaldando, eh? Già vi vedo, con i vostri cofanetti di Ballers e i vostri pupazzetti di Game of Thrones, mentre schiumate dalla bocca con gli occhi rovesciati nel cranio. Avete confuso la gente nuda con il coraggio, la violenza con la creatività, la HBO con l’innovazione.

Ora, questo preambolo un po’ da troll ha sì lo scopo di guastare la mattinata a quei gonzi tra voi che prendono la roba scritta su Internet troppo sul serio, ma serve più che altro a stabilire da dove sono partito quando Claudio Magistrelli mi ha chiesto di recensire The Night Of.

Come noto, in risposta al successo internazionale di Making a Murderer di Netflix, ma soprattutto del più prestigioso e acclamato Forum di Mediaset, quest’estate la HBO ha tirato fuori The Night Of.

Parliamoci chiaro: avrei davvero voluto parlarne male, ma The Night Of è una roba pazzesca. Non sarà certamente originale (sembra un po’ un frullatone di Rectify e American Crime) ma è una serie imponente, che si prenderà pure i suoi tempi ma in cambio non è mai ripetitiva né asfittica.

So che l’avete già vista tutti, ma ve la spiego lo stesso. In pratica è la storia di Nasir “Naz” Khan (Riz Ahmed), un bravo guaglioncello di origine pakistana, che una sera ruba il taxi del padre per raggiungere una festa a Manhattan. Naz finisce per perdersi e per dare un passaggio a una ragazza (Sofia Black-D’Elia) con cui trascorre una notte a base di sesso e droga. Quando si risveglia confuso nella cucina della ragazza, sale in camera per salutarla e andarsene ma la trova sul letto lucida, anzi fradicia, in un’enorme pozzanghera di sangue. Morta, ovviamente. Più morta che mai.

Mortissima.

Preso dal panico, ‘sto povero sfigato fa di tutto per sembrare il più colpevole possibile: si mette in tasca l’arma del delitto, lascia le sue impronte digitali ovunque, fa casino in strada attirando l’attenzione dei vicini, scappa col taxi rubato e si fa fermare dalla polizia per non aver rispettato un divieto stradale.
E poi?
E poi si affida all’aiuto di un avvocato caduto in disgrazia, John Stone (John Turturro), per dimostrare la sua innocenza al processo.
Complimenti Naz, bravissimo proprio.

Making a Murderer, The Jinx, Forum di Mediaset, la domanda è sempre la stessa: una volta accusato di omicidio, è ancora possibile per un individuo dimostrare la propria (presunta) innocenza?

In The Night Of la HBO alza l’asticella, mettendo al centro della storia un giovane musulmano di origine pakistana.
Il cast non sbaglia mai una faccetta, una smorfia, un gesto. Turturro su tutti (turuturutù), nella parte di un avvocato disperato alle prese, tra le altre cose, con un disgustoso problema di psoriasi ai piedi, che lo costringe a rimbalzare da un dermatologo all’altro in cerca di una soluzione che, boh, forse non c’è.

E insomma stai a vedere che attraverso i piedi di Turturro, inguardabili, puzzolenti, pieni di croste, la HBO ha infilato un metaforone per dirci che la ricerca della verità è un percorso sfiancante, spesso umiliante, fatto di fede e speranza? Stai a vedere che i dottori sono una metafora del sistema legale americano, periglioso, caotico, snervante? Stai a vedere che la giustizia di questo mondo non ha nulla di glamour, non è infallibile, ma cammina invece su piedi umani e malfatti?

Fatevelo spiegare da Riz Ahmed, meglio noto come Naz, chiedeteglielo mentre suda freddo con gli occhi a palla durante il processo, un ragazzo che ha consacrato la sua intera esistenza a spiegare agli ‘merigani di essere nato negli Stati Uniti anche lui e che di fare il terrorista francamente non gli va, ma zero proprio, anche perché di terrorismo ne sa pure meno di voi.

Vorrei francamente potervi dire di più, ma purtroppo mi tocca dirvi proprio: odio la HBO. L’ho sempre odiata. Ma era dai tempi de I Soprano che non si vedeva una roba come la prima stagione di True Detective ed era dai tempi della prima stagione di True Detective che non si vedeva una roba come The Night Of.



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Flavio De Feo

Vive a Roma, dove lavora in qualità di traduttore e interprete. Scrive di musica e film in giro per il web e collabora occasionalmente con alcune testate cartacee. Ha anche un blog: achepianova.tumblr.com.

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